

Ludovica e Cristian si amano. Hanno vent’anni e vivono in una casa poco fuori Roma che chiamano “il cantiere”, un’eterna promessa di futuro e completezza. Quando lui, ricercatore medico, ottiene un incarico a Londra, Ludovica reagisce come a un trauma: trova conforto solo in Ombra, la loro piccola gatta cieca, e nei quaderni in cui scrive formule e diagrammi a cui si affida per ancorarsi al mondo. Dopo un anno, Ludovica riesce a raggiungere Cristian nella sua squallida soffitta londinese, convinta di poter ricomporre così la sua vita frammentata. Ma la città diventa un collage di passati imperfetti e futuri anteriori, una voragine di grattacieli e locali notturni che la inghiotte, spingendola verso un’esistenza ai margini, in bilico tra sogno e realtà, dove finalmente riesce a perdonarsi e trovare la sua dimensione esistenziale.
In una spirale narrativa vivida e avvolgente, Claudia Bruno incanta il lettore con una voce sincera che segue il moto ondoso dei pensieri. Sola andata è un romanzo che assomiglia al destino, un labirinto che si sdoppia e si riflette in ogni direzione, raccontandoci il viaggio di chi, per conoscersi davvero, è disposto ad abbracciare la vastità del presente.
Questo libro è per chi affoga i dispiaceri in una tazza bollente di Masala Chai, per chi ha amato l’atmosfera ipnotica di Lost in translation, per chi ha l’impressione di trovarsi in una vita inventata che esiste davvero, e per chi si è perso nell’ora infinita del tempo, un caleidoscopio di istanti che riflette la somma di tutte le deviazioni possibili.

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